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Immagine del redattoreSebastiano Musolino

Quali Stati Generali? Quale Comunità professionale?

Sul sito del CNOP a inizio giugno è comparso l'annuncio degli Stati Generali della Professione Psicologica, che si terranno il 21 e il 22 giugno a Roma presso il Multisala Barberini, in cui l'obiettivo è di un "confronto con la categoria, con la società e le istituzioni sull'evoluzione dei bisogni psicologici e sul futuro della professione".


Intento più che nobile e giusto, per monitorare lo stato di salute della nostra situazione e di come vorrebbe crescere la Psicologia in Italia.


Ma evidenziamo dei punti su cui, da ingenuə, non possiamo sorvolare: dov'è questa fantomatica categoria? Dov'è il confronto?


Lo chiediamo perché, guardando il programma e le personalità coinvolte, sembra più un'occasione per cantarsela e suonarsela sempre tra gli stessi attori della scena politico-professionale.



Ci sono ovviamente, come è giusto che sia, gli Ordini Regionali, il sindacato AUPI, il nostro ente previdenziale ENPAP, i ministeri di Salute, Istruzione, Lavoro e Politiche Sociali, giornalisti, docenti e realtà accademiche, altre categorie professionali.


Ma dove sono le associazioni di categoria professionale? Dov'è il terzo settore? Dove sono le associazioni di volontariato? Dov'è la categoria professionale intera?


Quale confronto può nascere, per chiedersi quali sono i bisogni della categoria, se la categoria stessa non viene coinvolta?


Come si fa a conoscere lo stato di salute di una categoria se la si guarda dall'alto di una torre senza rivolgere lo sguardo a chi sta in basso e chiedere "Ma di cosa si ha bisogno per crescere come professione?"?


Ma, soprattutto, chi decide chi può partecipare e chi no?


È sembrato più un evento ad invito che un'apertura al dialogo e al confronto. Solo per sentire lo scroscio degli applausi senza palesare un reale interesse anche alla critica, al dialogo e al confronto tra opinioni, idee e visioni diverse dall'autorità. Come se il futuro della categoria fosse dettato dall'alto, invece di costruirlo dal basso con tutta la categoria.


Se si voleva utilizzare questo evento come spazio propagandistico per le imminenti elezioni, bastava dirlo chiaramente: avremmo apprezzato la sincerità. Così facendo si svilisce il ruolo delle istituzioni e della politica professionale, accettando chi la pensa come te e rifiutando chi ha una visione diversa (e non necessariamente opposta).


Sicuramente non è la nostra visione di come si fa politica professionale e di come si deve lavorare nell'ottica di risolvere i problemi che ci trasciniamo da decenni come categoria. Siamo sempre divisə, sempre in opposizione a chi ci sta di fronte, non si dialoga mai e ci si attacca sempre su preconcetti, su idee distorte che ognunə vuole fare le scarpe all'altrə. Ci si lamenta sempre che come categoria non si è mai unitə e quando lo si può fare, si preferisce trovare sempre una scusa.


Siamo consapevolmente ingenuə su questo. Forse tendiamo ad essere aderentə ai nostri ideali e a ciò che ci ha spinto a diventare realtà associativa. Ma non possiamo fare finta che vada tutto bene, che tutto questo sia normale e condivisibile, che dal dialogo venga sempre esclusa la categoria per dire che la colpa è sempre di chi non ci prende in considerazione come professione.


Possiamo solo auspicare che la prossima consiliatura faccia esperienza di questi errori, che tenga in considerazione cosa effettivamente vuole la categoria, qual è il futuro della nostra professione, smettendo di ragionare in feudi propri e feudi altrui.


Noi non abbiamo più intenzione di stare in una logica personale, individuale e utilitaristica di approcciarsi alla Psicologia: siamo e saremo sempre qui a fare gli interessi della nostra professione e della collettività.


Il tesseramento è un modo per sostenere la nostra Associazione nelle sue iniziative per la valorizzazione della Professione di Psicologǝ e accedere a servizi esclusivi; potete farlo al costo di 10€ cliccando qui.


Da oggi puoi aiutare la nostra Associazione destinando il tuo 5X1000: farlo non costa nulla, ma può darci una grandissima mano per sostenere le nostre iniziative e progetti a favore della nostra categoria professionale. Per farlo basta riportare nella tua dichiarazione dei redditi il codice fiscale di LAPSI: 96511750588.

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